Contratto di convivenza a Milano: è possibile se si è solo separati e non divorziati?

Contratto di convivenza a Milano

Convivenza e separazione: attenzione agli equivoci giuridici

A Milano, come in tutta Italia, cresce il numero di persone separate che desiderano ricostruirsi una nuova vita affettiva. Ma attenzione: se si è solo separati legalmente, non è ancora possibile stipulare un contratto di convivenza con un nuovo partner. Questo perché la separazione non scioglie il vincolo matrimoniale, e la legge impone limiti precisi.

Vediamo meglio cosa prevede la normativa italiana, quali sono i rischi legati a una stipula anticipata e quali alternative esistono per chi non può stipulare un contratto di convivenza non essendo ancora divorziato.

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Cos’è il contratto di convivenza e a cosa serve

Introdotto dalla Legge Cirinnà (n. 76/2016), il contratto di convivenza è un accordo scritto che permette a due persone conviventi di fatto di disciplinare aspetti patrimoniali della loro vita insieme: divisione delle spese, uso della casa, assistenza reciproca e così via.

Il contratto di convivenza, le sue modifiche e la sua risoluzione:

  • devono essere redatti in forma scritta, a pena di nullità, con atto pubblico o scrittura privata con sottoscrizione autenticata da un notaio o da un avvocato che ne attestano la conformità alle norme imperative e all’ordine pubblico.
  • ai fini dell’opponibilità ai terzi, il professionista (avvocato o notaio) che ha ricevuto l’atto in forma pubblica o che ne ha autenticato la sottoscrizione ha l’obbligo entro i successivi dieci giorni di trasmetterne copia al comune di residenza dei conviventi per l’iscrizione all’anagrafe.

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Attenzione: se sei separato, sei ancora sposato: la separazione non equivale al divorzio

La separazione personale dei coniugi pronunciata in un giudizio di tipo contenzioso (separazione giudiziale) o in un procedimento su domanda congiunta (separazione consensuale), infatti, non scioglie il vincolo matrimoniale: i coniugi restano formalmente sposati, pur cessando la convivenza e alcuni obblighi.

Solo il divorzio fa venir meno definitivamente il matrimonio e permette la piena libertà giuridica, inclusa la possibilità di:

  • sposarsi di nuovo;
  • unirsi civilmente con un altro partner;
  • stipulare un contratto di convivenza.

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Il contratto di convivenza richiede assenza di vincoli matrimoniali

La legge è chiara: non si può stipulare un contratto di convivenza se si è ancora sposati, neppure in caso di separazione consensuale o giudiziale. 

Come detto, infatti, il contratto di convivenza può essere sottoscritto dai conviventi di fatto: secondo la legge Cirinnà si intendono per «conviventi di fatto» due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile.

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Milano: come comportarsi se si convive da separati

È possibile convivere, ma non “ufficializzare”

Come abbiamo detto, la separazione non scioglie il vincolo matrimoniale, ma determina la cessazione di una serie di obblighi quali quello della coabitazione. 

Per quanto riguarda gli effetti della separazione sui rapporti patrimoniali tra i coniugi, secondo l’art. 156 c.c., sussiste l’obbligo di prestare gli alimenti ex art. 433 e seguenti c.c. e quello di provvedere al mantenimento nei confronti del coniuge al quale non sia stata addebitata la separazione qualora tale onere sia stato concordato tra i coniugi stessi in sede di procedimento di tipo consensuale o, eventualmente, stabilito dal Giudice.

Chi è legalmente separato potrebbe, dunque, iniziare una convivenza di fatto con un nuovo partner (tuttavia, è importante considerare le eventuali implicazioni legali), ma non può stipulare un contratto di convivenza. La convivenza sarà quindi priva di regolamentazione formale sui diritti patrimoniali, e non potrà essere registrata come “convivenza di fatto” all’anagrafe, se non dopo il divorzio.

E se si stipula comunque un contratto?

Uno dei casi di nullità del medesimo contratto è proprio la presenza di un vincolo matrimoniale, di un’unione civile o di un altro contratto di convivenza

Un eventuale contratto stipulato tra persone di cui almeno una è ancora sposata è a quindi nullo, poiché manca uno dei requisiti essenziali previsti dalla legge.

Cosa fare per tutelarsi in attesa del divorzio

Chi è separato e inizia una nuova convivenza può, ad esempio:

  • redigere scrittura privata per disciplinare e regolamentare  il concorso al pagamento delle spese comuni;
  • tutelarsi con strumenti alternativi,
  • attendere il divorzio

E se ci sono figli?

Il fatto di iniziare una convivenza dopo la separazione con un nuovo partner non incide sui doveri genitoriali.

Il genitore, infatti, resta tenuto, ovviamente, a mantenere, educare e crescere i figli della precedente unione. 

Si ritiene importante dimostrare che la nuova relazione è stabile, soprattutto in caso di giudizi sull’affidamento.

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Conclusioni: serve prima il divorzio

A Milano, come nel resto d’Italia, non è possibile stipulare un contratto di convivenza se si è ancora legalmente sposati, anche in presenza di separazione omologata. La separazione interrompe la vita coniugale, ma non scioglie il vincolo giuridico del matrimonio.

Per tutelarsi davvero nella nuova relazione, è necessario attendere il divorzio. Solo allora sarà possibile stipulare un contratto valido, registrabile e conforme alla legge.

Se ti trovi in questa situazione e desideri regolare al meglio la tua convivenza futura, contatta un avvocato esperto in diritto di famiglia a Milano. Potrai ricevere consulenza su misura, capire come tutelare te stesso e il tuo partner oggi e come prepararti in modo corretto per il domani.

Per maggiori dettagli dall’Avvocato in merito basta compilare il modulo sottostante dettagliando la questione nel campo “Contenuto”.




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    FAQ

    Posso stipulare un contratto di convivenza se sono separato, ma non divorziato?

    No. Finché il matrimonio non è sciolto con il divorzio, **non è possibile stipulare un contratto di convivenza**. La separazione interrompe la vita coniugale, ma non elimina il vincolo giuridico del matrimonio.

    Il contratto sarebbe nullo, in quanto manca un presupposto legale fondamentale: l’assenza di vincolo matrimoniale.

    Cosa posso fare per tutelarmi in attesa del divorzio?

    Puoi valutare di redigere una scrittura privata per regolamentare ad esempio le modalità di concorso e contribuzione per quanto riguarda le spese comuni. Rivolgersi a un avvocato è essenziale per trovare la soluzione più adatta e legittima.